Il triclinium

Il triclinium era un ambiente delle abitazioni signorili romane destinato al consumo dei pasti e allo svolgimento del convivio, l’occasione di riunione dei ricchi Romani in cui, tra una pietanza e l’altra, ci si rilassava e si condividevano momenti di divertimento.

Nelle domus o nelle villae dei facoltosi erano previsti almeno due triclinia, uno invernale e uno estivo, diversamente orientati in modo da sfruttare al meglio l’esposizione ai raggi solari a seconda della stagione, ma con la stessa funzione di sala da pranzo.

Come era consuetudine per i Romani, gli ambienti erano scarsamente arredati, ma non completamente spogli; questa limitazione nel mobilio era compensata da vivaci decorazioni parietali con rappresentazioni, magari, di allegri banchetti dalle immense e sontuose tavolate, ingannevoli nature morte o, ancora, famose scene mitologiche.

Nelle pareti diverse nicchie venivano utilizzate in modo molto funzionale, come fossero degli scaffali, con il vantaggio di essere meno ingombranti.

Con il termine triclinium non si indica, tuttavia, solo un determinato ambiente, bensì anche il suo arredo più caratteristico e, si direbbe, iconico: il letto tricliniare, appunto, inclinato e sovrastato da diversi cuscini destinati a renderlo comodo, su cui i Romani, sdraiati sul lato sinistro del corpo (così da potersi riempire il più possibile lo stomaco!), banchettavano e si rilassavano. Questo particolare uso del letto era riservato solo agli uomini: le donne ammesse al banchetto potevano esclusivamente sedersi su di essi. Gli schiavi, invece, mangiavano per terra in un’altra stanza.

I letti erano solitamente tre, da tre posti ciascuno, disposti intorno ad un grande tavolo, dapprima quadrato (cilliba) e che col tempo diverrà rotondo (stibadium), leggermente più basso dei letti, in modo che i commensali potessero prendere il cibo più facilmente. Sulle tavole non dovevano mai mancare la saliera (salinum), l’ampolla dell’aceto (acetabulum) e gli stuzzicadenti (dentiscalpia). Seguendo la disposizione da destra a sinistra, il letto era detto summus, medius o imus e, seguendo lo stesso verso, il posto occupato sul triclinio poteva essere locus summus, medius o imus. La posizione variava a seconda dell’importanza o del ruolo del commensale: il locus imus in medio (cioè a sinistra nel letto centrale) era, probabilmente, il posto d’onore, locus consularis, che permetteva di ricevere messaggi dal lato esterno del letto; il locus summus in imo era, invece, il posto esclusivo del pater familias ossia del padrone di casa e, perciò, accanto a quello d’onore.

Ricostruzione di un triclinio di epoca romana, I d.C. (Monaco di Baviera, Archäologischen Staatssammlung München)

Con l’avanzare del tempo questa disposizione cambiò e da tre letti si passò ad uno solo e arcuato che ospitava dalle sei alle otto persone, chiamato sigma, poiché la sua forma ricordava la lettera greca Σ. Seguendo sempre la stessa logica, i posti di onore erano i due alle estremità.

L’arredamento dell’ambiente era completato da una tavola rotonda per il vino (cillibantum) e dal repositorium, una sorta di credenza a uno o due piani dove venivano riposti i piatti necessari al banchetto.

Ricostruzione del triclinio della casa romana scoperta in via Añón presso l’antica colonia romana di Caesaraugusta, attuale Saragozza, I sec. d.C. (Saragozza, Museo de Zaragoza)

 

Sitografia