I cubicola e gli arredi

I cubicula erano piccole stanze delle abitazioni romane (domus e villae) destinate a camere da letto. Gli antichi Romani avevano abitudini diverse dalle nostre: caratteristica fondamentale di tali stanze, come di altre, infatti, era la presenza di un numero molto esiguo di mobili. Il cubiculum era simile ad una celletta, in quanto priva di finestre e, pur essendo decorata con mosaici e delicate pitture, era povera di illuminazione. La luce proveniva solo dalle lucernae, che non erano in grado di esaltare la bella colorazione dei motivi decorativi presenti sui muri e sul pavimento della stanza. Di notte le lucernae venivano poggiate su un basso treppiede.

Affresco dal cubiculum B della Villa della Farnesina, fine I sec a.C. (Roma, Museo Nazionale Romano, Palazzo Massimo alle Terme)

Per quanto riguarda la mobilia, tutto ciò che serviva per arredare la casa veniva chiamato con il nome collettivo supellex (suppellettile); anche il letto era compreso in questa categoria. A differenza di altri elementi e oggetti d’arredo, i letti erano destinati a più usi ed erano in quantità maggiore rispetto ai tempi moderni. Il lectus cubicularis veniva utilizzato per dormire ed era più alto rispetto al nostro, tanto che serviva uno sgabello per salirci. C’era poi il lectus lucubratorius, per lo studio e la meditazionee, infine il lectus triclinaris usato per mangiare.

I letti più diffusi erano ad una piazza (lectuli). Per le coppie di sposi era previsto quello a due piazze (lectus genialis), ma il letto matrimoniale, propriamente detto, non esisteva dal momento che i padroni di casa dormivano in letti e, spesso, in stanze separate. Il materiale impiegato era vario: potevano essere realizzati in bronzo, ma più comunemente venivano costruiti in legno lavorato o in legni esotici che, una volta lucidati, splendevano di tanti colori. Un leggero incasso nella parete e una zona risparmiata sulla pavimentazione a mosaico disegnavano lo spazio ad essi riservato.

Il soffitto poteva avere raffinate decorazioni in stucco e affresco, la pavimentazione era in mosaico a tessere bianche e nere o colorate, spesso decorato con motivi geometrici o figurati.

Mosaico pavimentale dalla Villa romana del Casale, IV sec d. C. (Piazza Armerina, Enna)

Sitografia