Il sonno

I Romani, seguendo l’andamento del sole, erano soliti alzarsi presto al mattino e coricarsi presto la sera. Le persone più ricche per riposare cercavano un posto lontano dai rumori, ma venivano comunque svegliate dai movimenti e dal chiacchiericcio dei servi. Il dominus al mattino era svegliato delicatamente dal servo più fidato. Diversamente, i meno abbienti, che spesso abitavano nelle campagne, erano abituati ad alzarsi anche prima dell’alba. A qualsiasi ceto sociale appartenessero, tutti si svegliavano comunque presto per poter sfruttare la luce mattutina, in modo da svolgere le proprie attività, essendo l’illuminazione artificiale notturna disagevole.

Il sonno poteva articolarsi in diversi periodi di riposo: il primo durava circa quattro ore, il secondo dalle quattro alle sei ore. Le coppie benestanti erano solite dormire in stanze separate, abitudine considerata un modo per accentuare l’eleganza del proprio status. Al contrario, le coppie indigenti dormivano insieme su un letto matrimoniale.

I Romani dormivano con la biancheria intima che era costituita da un perizoma in lino, detto subligaculum, e una semplice tunica, detta subucula, realizzata in lino o lana e costituita da due rettangoli cuciti sulle spalle che arrivavano fino alle ginocchia. Questa tunica era priva di maniche e ciò spiega il motivo per cui, appena svegli al mattino, indossavano una toga, detta amictus, per ripararsi dal freddo. I più freddolosi arrivavano ad indossare anche più di una subucula.

Immagine ricostruttiva di una subucula, l’antica tunica romana

Il letto era formato da cinghie di cuoio incrociate, sul quale era poggiato un materasso imbottito di paglia o anche di lana, detto torus. Il cuscino, cervical o culcita, era generalmente di piume di cigno o di lana per i ricchi, di foglie di canna o di fieno per i poveri. Inesistenti le lenzuola, il dominus si copriva con trapunte ricamate a tinte vivaci, come il giallo, il rosso e l’azzurro. Inoltre, dormendo senza calze o calzini, si riponeva accanto al letto il toral, un tappeto su cui poggiare i piedi una volta alzati.

 

Sitografia