Il solarium o heliocaminus

Il termine solarium deriva dal latino sol, sole. Proprio in base al significato di “luogo soleggiato”, si è pensato che la struttura ellittica presente nella villa di Orazio fosse un solarium o heliocaminus: una grande vasca contenente sabbia, che poteva offrire sia un momento di benessere, sia una terapia per la cura dei reumatismi. Secondo un’altra interpretazione, meno verosimile, potrebbe trattarsi, invece, di un vivarium, una vasca per l’allevamento di pesci e crostacei.

La prima ipotesi ha il pregio di collegare la struttura agli ambienti del vicino complesso termale; inoltre si osserva che l’orientamento, perfettamente Nord-Sud, consente la massima esposizione ai raggi solari.

Le proprietà terapeutiche della sabbia calda e dei raggi solari furono riscoperte solo nel 1700, ma erano ben note agli antichi Greci e ai Romani, che privilegiavano le terme come luogo per rilassarsi. In antico, infatti, era diffusa la psammoterapia, meglio conosciuta come sabbiatura, consistente nell’immergersi in vasche, colme di sabbia e riscaldate dal sole, che sfruttavano a fini terapeutici il calore dei sali minerali presenti sui granelli. I benefici di questa terapia, tutt’oggi utilizzata, erano ampiamente apprezzati. Veniva praticata, inoltre, l’elioterapia, cioè la cura con i raggi del sole (elios), il cui scopo era quello di combattere vari disturbi della pelle esponendo il corpo direttamente ai raggi solari. Per favorire il benessere, i Romani erano soliti praticare anche la ginnastica a corpo nudo.

Nonostante l’inserimento di solaria nelle terme e nelle ville, l’abbronzatura era considerata tipica della plebe, ovvero di coloro che lavoravano all’aperto.

In alcune importanti ville si designava con il termine solarium anche una terrazza, nella parte più elevata, utilizzata per esporre cose da far essiccare al sole o per prendere il fresco. In alcuni casi poteva presentare un pergolato adorno con piante ornamentali e arredato con tavoli e sedili per rilassarsi.